AC Bellinzona

"‹La cavalcata del 1961/1962

15 settembre 2022

Nella stagione 1961/62, l'ACB allenata da Oscar Pelli concluse il campionato di Serie B (l'attuale Challenge League) al quarto posto. Quella stagione fu però memorabile per un altro motivo, ossia la cavalcata che portò la squadra granata fino alla prima storica finale di Coppa Svizzera.

Il cammino iniziò il 22 ottobre 1961 contro l'Emmenbrücke, superato 3 a 1. Ai sedicesimi di finale, l'ACB incontrò il Lucerna (nostro avversario il prossimo 17 settembre) e lo sconfisse 3 a 0. Superò poi gli ottavi di finale dovendo giocare ben due partite contro il Soletta, la prima pareggiata 0 a 0, la seconda vinta 3 a 1.

Nei quarti di finale l'ACB affrontò al Comunale il quotato Basilea e grazie a una rete di Buzzin nel secondo tempo (1 a 0 il risultato finale) superò il turno. La partita venne letta in maniera brillante dall'allenatore Oscar Pelli, che trovò un modulo a centrocampo particolarmente efficace per arginare le incursioni renane. Tra i grandi protagonisti di quella serata ci furono sicuramente Pedrazzoli e Buzzin, ma i giornali dell'epoca lodarono tutta la squadra granata per l'intensità messa in campo: "Il ritmo di gara dei locali è stato veramente notevole: solo in poche occasioni i bellinzonesi si sono lasciati superare nell'anticipo riuscendo così ad annullare, dove ce ne fosse, la maggior tecnica di qualche avversario". [1]

Nella semifinale disputata il 25 marzo 1962 nuovamente al Comunale, l'ACB sfidò il famigerato Chaux-De-Fonds davanti a ben 6'000 spettatori. I granata diedero vita a una battaglia epica, che si concluse con una risicata vittoria per 1 a 0. Il gol decisivo fu siglato al 75esimo minuto dal giovane Pellanda, che da pochi passi infilò il pallone in rete dopo un corner battuto da Simoni. Il palo colpito dallo Chaux-De-Fonds al 79esimo minuto non scalfì la squadra granata, che da lì a pochi minuti conquistò il primo storico accesso all'ultimo atto della Coppa Svizzera. I giornali dell'epoca scrissero che "[...] se di miracolo si è trattato è avvenuto perché era stato sapientemente architettato e soprattutto, sul campo, nel clima della lotta, ardentemente voluto". [2]

La finale si giocò al Wankdorf di Berna il lunedì di Pasqua del 1962. L'avversario da battere per vincere la Coppa nel tempio del calcio svizzero era il Losanna, formazione di Divisione Nazionale A (l'attuale Super League) nella quale militavano diversi giocatori della nazionale rossocrociata. La squadra granata preparò questo incontro storico in ritiro nell'Oberland bernese sotto la guida di Oscar Pelli. All'inizio della partita, a cui assistettero 23'000 spettatori, l'allenatore decise poi di mettere in campo i seguenti giocatori: Rossini, Poma, Simoni, Lurati, Rebozzi, Baldassari, Bernasconi, Romagna, Buzzin, Pedrazzoli e Righini. Nei tempi regolamentari l'incontro si concluse 0 a 0, grazie anche a dei provvidenziali interventi del portiere Rossini. L'unico grande rammarico per la compagine granata fu la traversa colpita al 75esimo minuto da Buzzin, con il portiere del Losanna ormai battuto. L'esperienza e la maggior freschezza fisica della squadra vodese venne però fuori durante i tempi supplementari, permettendo loro di siglare addirittura quattro reti e di fissare dunque il risultato su un pesante 4 a 0. 

La striscia di vittorie dell'ACB terminò così con una sconfitta all'atto conclusivo del torneo, ma nonostante ciò, come narrato dal libro sul centenario del sodalizio granata, i tifosi furono grati alla squadra per quell'incredibile cavalcata: "Le quattro reti subite non sono che il breve epilogo amaro di una giornata splendida e memorabile. A Bellinzona, lunedì notte, moltissimi sono coloro i quali aspettano in stazione, per festeggiare calorosamente, la bravissima e sfortunata squadra granata." [3]

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Testo scritto da Massimiliano Snozzi

Immagine tratta dal libro "100 anni, Associazione Calcio Bellinzona"

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[1] Grandi Attilio,(1962, 19 febbraio). La Pagina dello sport. Giornale del Popolo, 5. Link
[2] Grandi Attilio,(1962, 26 marzo). La Pagina dello sport. Giornale del Popolo, 5. Link
[3] Jorio, E. (2003). 100 anni ACB, 1904-2004. Salvioni.


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